Il progetto avviato dalla dirigenza varesina, ancora in fase di perfezionamento, prevede uno strano mix di rivoluzione e ritorni inaspettati.
Questa strategia, infatti, è ben visibile guardando lo staff tecnico in cui è possibile ritrovare a capo della compagine Gianmarco Pozzecco.
L' "estemporaneo" ex play di Varese e Bologna è reduce da due grandi annate a Capo d'Orlando, culminate con l'insperato ripescaggio nella Lega maggiore.
Le novità più importanti, però, possono essere individuate nel roster: la squadra, che ha visto la conferma del solo Ambadiang, ha perso tutte le pedine importanti dello scorso anno (su tutte Polonara, De Nicolao, Banks e Sakota) e quindi la dirigenza è stata costretta ad attuare il piano alternativo.
Fra i volti nuovi è possibile ritrovare Craig Callahan, ala forte italoamericana reduce da una discreta stagione in Legadue con Verona, Dawan Robinson, play americano di ritorno in Italia ( Veroli, Venezia e Reggio Emilia) dopo una stagione di alti e bassi in Germania, Stan Okoye, promettente ala piccola nigeriana di passatorto USA, Andrea Casella, guardia ex Veroli (e Cantù) e ahimè unico italiano fino ad ora, e Ed Daniels, lungo ex Pistoia.
Le novità maggiori sono però rappresentate dai "cavalli di ritorno" e cioè Kristian Kangur e Yakhouba Diawara.
Il lungo estone è ormai un veterano del nostro campionato; le stagioni culminate con gli scudetti (Siena e Milano) hanno perfezionato Kangur rendendolo un abile difensore, un tiratore "mortifero" da tre ed un giocatore esperto nei momenti difficili.
Il suo ritorno a Varese ha quasi il sapore di riscatto in cui il giocatore sembra voler mostrare le sue nuove abilità nella città che lo ha lanciato nel lontano 2010.
Un ritorno inaspettato, invece, è quello di Yakhouba Diawara.
L'ala francesce torna "alla base" dopo quasi tre anni, passati tra Venezia e la sua Francia, quando i "giochi" nel suo ruolo sembravano ormai fatti (si pensava in un lancio di Okoye e Casella).
Le mosse effettuate fino ad ora, però, pongono non pochi dubbi sul nuovo roster: creata senza una vera e propria stella, Varese riesce in un solo colpo a privarsi sia di ottimi prospetti (soprattutto nostrani come De Nicolao e Polonara) che di rimpiazzi adeguati ai giocatori "persi per strada".
Infatti sembra esserci quasi la sensazione che la nuova squadra debba essere totalmente sorretta dalle "vecchie guardie", sperdando di rivedere le gesta di un tempo, affiancate da comprimari forse non propriamente pronti, vedi Callahan.
La forza sotto canestro della squadra viene ridotta alle capacità esplosive di Daniels e ai rimbalzi di Kangur, senza avere un lungo puro (dando la possibilità ai vari Samuels, Shawn, Cervi,Pascolo, Melli... di passare senza problemi), mentre l'impostazione offensiva è affidata unicamente alle mani di Robinson.
Inoltre, l'assenza di giovani prospetti nostrani, sembra andare in direzione opposta alle capacità di coach Pozzecco la cui più grande abilità è quella di esaltare le "future stelle" del basket azzurro (vedi Portannese a Capo d'Orlando).
Infine, la quasi totale assenza di giocatori italiani (l'unico "azzurro" è Casella e sicuramente ce ne saranno altri 3/4 della primavera che non metteranno mai piede sul parquet) rappresenta, acora una volta, l'ennesima sconfitta per il basket nazionale in cui le giovani promesse devono fare a pugni con gli "americani a mezzo servizio" di turno per emergere.
Al momento, aspettando nuovi arrivi per completare i vari reparti, lo strating five e la panchina risultano essere questi
Startin Five: Robinson, X, Diawara, Kangur, Daniel
Panchina: Casella, Okoye, Callahan
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