Le esternazione dell’ex Presidente della Lega Pro, e probabile Presidente Lega Calcio, sugli stranieri e il suo rifiuto a ritirare la propria candidatura alla carica hanno creato l’ennesimo caso “italiota” che si risolverà con un nulla di fatto.
La questione mi ha fatto riflettere, e non poco, e la conclusione a cui sono arrivato è che esiste un modo di agire diverso nello sport.
La mente, infatti, è andata subito al “Caso Sterling”: l’ottantenne proprietario (ormai ex) dei Los Angeles Clippers è divenuto “tristemente” celebre per alcune sue affermazioni razziste rivolte alla sua ragazza (di origini messicane ed afroamericane tra l’altro).
Dopo una forte protesta da parte dei giocatori (formati, caro Sterling, da fenomeni quali Paul, Crawford, Griffin e De Andrè Jordan solo per citarne alcuni), in cui gli stessi hanno giocato con le maglie al contrario per nascondere il logo della squadra, è intervenuta direttamente la Lega bandendo a VITA lo stesso Sterling.
Sì, avete capito bene. A VITA.
E non solo. Il neo -commissioner Silver gli ha anche inflitto una multa di 2,5 milioni di dollari e lo ha costretto a vendere la franchigia (da qualche giorno ufficialmente a Ballmer).
Anche in questa occasione il basket è riuscito a mostrare non solo il suo lato migliore, attraverso la gestione del caso, ma anche la sua superiorità rispetto ad altri sport (in questo caso dal punto di vista gestionale e morale).
In uno sport dove “TUTTI” sono importanti, anche l’ultimo panchinaro, non poteva che esserci una conclusione del genere.
I LOVE THIS GAME!!!
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