giovedì 5 marzo 2015

The italian job: la rivincita degli azzuri in NBA

In più occasioni abbiamo evidenziato le difficoltà che i nostri quattro moschettieri vivono nel basket a stelle e strisce.
Divisi fra infortuni e mancate valorizzazioni da parte dello staff tecnico, il destino dei nostri NBA sembrava legato all'accettazione una RS disastrosa, iniziando a considerare anche un eventuale ritorno nel vecchio continente (leggi Bargnani e Datome).
Soprattuto dopo l'All-Star Game, però, si è avuta un'inversione di tendenza che ha permesso ai nostri giocatori di mostrare quanto le loro qualità sino adatte al mondo della National Basketball Association.

Danilo Gallinari: lasciato alle spalle il brutto infortunio della scorsa stagione, Danilo recupera spazio, pian piano, nell'asset dei Nuggets. Pur partendo dalla panchina sembrava recuperare i ritmi di una volta anche se con una certa discontinuità. A dicembre, ritrovata ormai la piena forma, ecco l'ennesimo brutto infortunio (che aveva fatto pensare al peggio) al menisco destro. Tornato dopo tre settimane di stop il Gallo è tornato a cantare. Complice anche l'esonero di Shaw, Gallinari ha preso letteralmente in mano la squadra facendo registrare grandi cifre.
Nelle ultime cinque partite è riuscito a mantenere l'ottima media di 19.2 pts, 5 rbo e 2.2 to , realizzando il suo season high nella partita contro i Milwauukee Bucks (26pts, 7 rbo, 3 to, 1 stl, 1 blk).





Andrea Bargnani: dopo quasi due anni ai box, il mago sembrava destinato al rientro in Europa. Coah Zen Jackson, Presidente dei Knicks, ha provato a scambiarlo durante la trade deadline, trovando numerose difficoltà a causa del suo contrattone e del suo stato di salute, ma alla fine, dato anche l'obiettivo tank (ormai dichiarato), è stato obbligato a puntare sull'unico "pezzo forte" rimasto al MSG. Andrea ha risposto presente ed è riuscito a migliorare anche a livello difensivo, dove deficitava ormai da tempo.  Nelle uniche undici partite disputate è riuscito a mantenere l'invidiabile media di 12.3 pts (con il 77.8% da 3), 4.3 rbo e 1 to. Nelle ultime cinque partite è riuscito a migliorare i suoi numeri (con 17.8 pts, 5 rbo, 1 blk e 1.6 to), sfiorando addirittura la tripla doppia contro Detroit con 25 pts, 12 rbo e 4 asst.




Marco Belinelli: rispetto agli altri giocatori il Beli ha sempre risposto presente all'appello di coah Popovic. Poco prima dell'ASG aveva patito un risentimento all'adduttore sinistro e le sue prestazioni erano leggermente calate. Dopo la partita delle stelle, e la deludente (seppur prestigiosa) partecipazione alla gara da tre, Marco si è ripreso lo spazio e il protagonismo che si merita. Infatti ha confermato le medie stagionali (9.6 pts, 2.3 rbo e 1.7 asst) e mostrato un ottimo basket nella partita contro Sacramento realizzando 13 pts, 3 asst, 1 stl, 2 to e 1blk.




Luigi "Gigi" Datome: dopo essere stato liberato dalla "schiavitù" di Van Gundy, Gigi pare aver trovato un ambiente più accogliente, e coinvolgente, in quel di Boston. Pur non avendo giocato tantissimo (solo due apparizioni per ora) Datome è un altro giocatore. Nel "garbage time" contro Cleveland (15 min. con 7 punti, 5 rbo e 1 to) il giocatore è sembrato più sicuro, come dimostrano i diversi tentativi in penetrazione, e più inquadrato nel ruolo. Al di là del discorso presenze, però, Gigi appare molto coinvolto in questa nuova avventura (la dimostrazione è l'abbraccio a Zeller dopo il buzzer contro Utah).



Alessandro Falanga


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