Los Angeles Lakers |
Cinque anni, condivisi da tre allenatori (Brown, D'Antoni e Scott), in cui i losangelini sono diventati ufficialmente la seconda squadra della città.
Tutto è cominciato nella "lontana" stagione 2010/2011 quando durante i play-off, in cui i Lakers partivano da detentori del titolo e gran favoriti per il "Three-peat",la compagine guidata da coach Jackson viene eliminata (con un clamoroso sweep, l'unico per il celebre coach Zen) dai Dallas Mavericks (poi futuri campioni NBA).
Da allora, con il successivo ritiro dello stesso Jackson, qualcosa è cambiato definitivamente e la franchigia non è riuscita più a riprendersi.
Anche questa RS sembra seguire le orme di quelle precedenti ma la situazione si è leggermente complicata rispetto a prima.
Il record di 3-21, la mancanza assoluta di gioco (soprattutto in fase difensiva) e un Bryant (all'ultimo anno prima del suo definitivo ritiro) ben lontano dalla forma che lo consacrò sul parquet sono solamente alcuni degli elementi che stanno rendendo la vita impossibile a LA sponda gialloviola.
Infatti, le criticità per la compagine guidata da Byron Scott possono essere riscontrate in diversi fattori non sempre riconducibili alla squadra.
QUESTIONE ROSTER
Le scelte effettuate durante il periodo estivo si sono mostrate quasi tutto delle scommesse perse.
Hibbert, Wiliams, Huertas e Bass non solo stanno contribuendo alle sfortune di una squadra allo sbando ma stanno dimostrando anche di non essere per niente all'altezza della situazione.
Alcuni di loro (vedi Bass) spesso vengono utilizzati fuori ruolo ma in sintesi il rendimento generale è ben al di sotto di qualsiasi aspettativa.
A tutto ciò si deve associare un Bryant in caduta libera (leader nei punti, 16.2, ma con percentuali del 32.4 al tiro e 23.5 da tre) ed una panchina non sempre adatta ad una franchigia NBA.
QUESTIONE GIOCO
Il gioco proposto da coach Scott è, senza dubbio, l'altra variabile negativa dei losangelini.
Il quintetto base si fonda su tre portatori di palla (Bryant, Clarckson e Russel) che riescono spesso e volentieri a pestarsi i piedi e a giocare in maniera "macchinosa".
La manovra d'attacco è ancora troppo "bryantcentrica" (anche se nelle ultime uscite il capitano ha lasciato maggiore spazio, con ottimi risultati, alle giovani leve) mentre quella di difesa è praticamente inesistente con giocatori (per lo più lunghi) pronti a lasciare spazio all'avversario di turno.
Le scelte sul parquet degli ultimi minuti, inoltre, tendono da un lato a limitare le possibilità di crescita della scelta n°2 dello scorso Draft (Russell) e dall'altro a deresponsabilizzare ancor di più l'intero roster.
QUESTIONE TANK
Per molti addetti ai lavori, la stagione in corso è da considere esclusivamente in chiave "futuristica".
I Lakers hanno in mano una scelta protetta (1-3 via Philadelphia) nel prossimo Draft e i messaggi della futura stella Ben Simmons (ala piccola/ala grande paragonata a LBJ comparsa in maglia giallo-viola questa mattina) ingolosiscono la dirigenza lacustre.
A questa situazione si deve aggiungere anche quella della Free agency 2016: il prossimo anno, l'ultimo in cui saranno presenti stelle da mettere sotto contratto, vedrà fra gli svincolati Kevin Durant (più volte accostato alla squadra) che potrebbe, di fatto, prendere il posto dell'amato Bryant come uomo-franchigia.
Per ora a LA, sponda lacustre, possono solamente "godersi" le sconfitte e qualche giocata delle "nuove leve" ma il futuro potrebbe riservare ottime sorprese.
Alessandro Falanga
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