sabato 24 gennaio 2015

Quando il basket non ha età: buon compleanno Baso

Immaginate una partita di basket.
Immaginate la vostra squadra sotto di 1 punto a pochi secondi alla fine.
Ora immaginate la stessa scena con la palla nelle mani di un certo Basile.
Bhè il risultato potrebbe essere molto diverso nei due casi.
Gianluca Basile ancora oggi è un giocatore che con la sua visione di gioco, la sua fantasia e il suo tiro da tre può fare la differenza in qualunque squadra.
Nativo di Ruvo di Puglia, dopo aver trascorso le giovanili nella Pallacanestro Reggiana, con cui guadagna la promozione in A, conosce la benedizione del Dio del basket con il passaggio alla Fortitudo Bologna nel 1999.
In maglia biancoblu Gianluca assapora il basket che conta riuscendo a vincere 2 scudetti (nel 2000 e nel 2005) e raggiungendo anche la finale di Eurolega (poi persa con il Maccabi Tel Aviv).
In quegli anni arriva anche la consacrazione in maglia azzura che conosce il suo momento più alto con l'oro all'Europeo del 1999 e l'argento alle Olimpiadi di Atene del 2004 (sconfiggendo il Dream Team USA in semifinale).
Il suo nome comincia ad essere sulla bocca di tutti in Europa tanto che il Regal Barcellona decide di ingaggiarlo nel 2005.
Anche in Spagna il Baso mette in mostra le sue qualità arrivando a vincere sia il campionato che l'Eurolega nella stagione 2009/2010.
Torna in Italia nel 2011 dove trascorrerà due stagioni in terra lombarda fra Cantù e Milano per poi trasferirsi definitivamente nella "piccola" Capo d'Orlando allenata dal suo ex compagno di squadra Giammarco Pozzecco.
Proprio all'Upea conosce una nuova giovinezza riuscendo prima a guadagnarsi la serie A e poi il giusto protagonismo nel campionato maggiore.
Alla veneranda età di quaranta anni è ancora protagonista e riesce sempre a stupire il pubblico con la sua "Tripla Ignorante".
Buon Compleanno BASO!!



Alessandro Falanga


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lunedì 19 gennaio 2015

Discesa negli inferi: ANDATA E RITORNO?

Più di una volta ci siamo occupati del rapporto di amore/odio fra Gigi Datome e il basket d'oltreoceano.
Ora, però, dopo l'esperienza nello Showcase di D- League la situazione appare chiara in quanto le tre partite giocate nelle fila dei Grand Rapids Drive hanno delineato un particolare scenario per l'ala di origini sarde.
La condizione fisica, al momento, sembra il vero tallone d'achille per il giocatore.
Nelle tre uscite, infatti, si è notata un bel pò di ruggine in Datome dovuta soprattutto al periodo di inattività patito alla corte di coach Van Gundy.
Ciò è stato evidenziato tanto nei movimenti difensivi, con il giocatore in alcune situazioni lento e prevedibile contro gli avversari ( soprattutto nella finale), quanto in quelli offensivi, soprattutto nelle prime due partite dove si è limitato a pochi movimenti in penetrazione.
Altro fattore di fondamentale importanza è quello dell'utilizzo in campo da parte di Otis Smith, coach dei Drive.
La partenza dalla panchina, e non dal quintetto base, e il ruolo da 4 tattico dalla mano delicata, hanno costretto il nostro capitano ad un adattamento rapido ed improvviso nei nuovi schemi.
A questo si deve aggiungere anche la "pochezza" nel gioco dei Drive (e in quello di tutte le squadre presenti allo Showcase): la presenza di tanti GM sulle tribune ha autorizzato qualsiasi giocatore a fare tutto da solo.
Ultimo fattore è quello delle continue "inutili" dichiarazioni dello staff dei Pistons.
Ad aprire le danze è stato il GM dei Pistons Jeff Bowers che ha dichiarato:

"Datome è eccellente tiratore ma deve migliorare negli altri aspetti del gioco»

A rincarare la dose è  stato poi Stan Van Gundy, affermando:


"Se era felice di andare in D-League? No di certo. E’ un po’ come… Beh, sta lasciando la NBA ed è un po’ in là con l’età, non ha 21 anni. Quindi no, non era eccitato all’idea di andare a giocare in D-League, ma penso che una volta arrivato in California, quando si sarà allenato e preparato a un match che sarà sicuro di giocare, a quel punto gli piacerà di più."
 
Per la serie crediamo in te ma vogliamo farti marcire in D-League.
In ogni caso, nonostante le diverse difficoltà, Datome ha dimostrato di voler lottare ancora per ottenre un posto nel basket che conta.
Nella migliore condizione l'ala ex Virtus Roma diventa un'arma micidiale, utile soprattutto nelle situazioni più difficili.
E poi... ci sarebbe sempre la possibilità di uno scambio!!
GO GIGI!!


giovedì 15 gennaio 2015

Tu vuo fa l'americano ATTO II - Gigi Datome e l'approdo in D-League

Che la stagione di "Gigi"Datome in NBA sarebbe stata un incubo era quasi dato per certo: una sola apparizione (per 12 minuti) contro i Lakers e 7 punti all'attivo.
Che la stessa peggiorasse, con la totale uscita dalle rotazioni di coach Van Gundy, dopo il taglio di Josh Smith nessuno se lo aspettava.
Ora l'approdo in D-League, lega di sviluppo dell'NBA, nella speranza di un riscatto oltreoceano.
In realtà la "retrocessione" dell'ala ex Virtus Roma non è del tutto negativa.
In primo luogo il nostro Gigi avrà la possibilità di rimettere piede, finalmente, sul parquet eliminando un pò di ruggine accumulata da ottobre ad ora.
Lo Showcase della D-League, inoltre, è un'ottima vetrina per metter in mostra le sue qualità e per stupire i GM USA riuniti per l'occasione.
A questo si deve aggiungere un "rumor" che gira insistentemente in questi giorni: la "discesa" negli inferi della D-League è legata ad una futura trade, che coinvolgerebbe oltre al capitano della nazionale anche un altro giocatore dei Pistons (ancora ignoto per il momento come anche la destinazione), entro la deadline di febbraio.
Di fronte ai 2.544 spettatori della Kaiser Permanente Arena, Datome fa il suo esordio con i
Grand Rapids Drive, squadra affiliata ai Detroit Pistons, contro i malcapitati Austin Spurs.
La squadra degli speroni, infatti, viene travolta dai Drive per 102 - 87 e il giocatore di origine sarda contribuisce in maniera esemplare alla vittoria.
Entrato dalla panchina, rimane in campo per 27' realizzando 15 punti, frutto di un 5/11 dal campo e 3/5 dall'arco, 5 rimbalzi e 1 stoppata (e ahimè 3 perse).
La prestazione, però, necessita una specifica analisi.
Dal punto di vista fisico Datome ha mostrato un pò di affanno, tanto in difesa quanto in attacco, dovuto alla lontananza dal campo per troppo tempo.
Ciò ha influito anche sul tipo di gioco adottato da Gigi: l'ala ha preferito di gran lunga le conclusioni dalla distanza rispetto alle penetrazioni (a cui ci aveva abituato nel periodo di Roma) e i tiri spalle a canestro.
Questo dato è legato anche alla tattica adottata da coach Otis Smith, che rispecchia quella di Van Gundy, in cui il giocatore sembra non avere un ruolo ben definito e viene relegato, puntualmente, a 4 tattico dalla mano educata.
In ogni caso il nostro capitano non ha assolutamente demeritato, anzi.
Ha mostrato più volte grinta e solidità difensiva, culminata dalla stoppata del secondo periodo, e ci ha deliziati più volte con il suo classico step back dalla linea dei tre punti.
Ora il cammino nello Showcase continua e i Grand Rapids Drive si apprestano ad affrontare i Santa Cruz-Canton per la semifinale del torneo.
Gigi ci sarà e potrà smentire chi non ha creduto in lui.
GO GIGI!!


Alessandro Falanga

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domenica 11 gennaio 2015

Legabasket 15° giornata: Sidigas Avellino - Openjobmatis Varese = 67 - 91

La quindicesima, ed ultima, giornata del girone di andata propone la sfida serale fra due delle grandi delusioni della serie A: la Sidigas Avellino e la Openjobmatis Varese.
Reduci da due e tre sconfitte consecutive, le squadre non hanno nulla da chiedere al match dato che Avellino risulta qualificata in anticipo per le final eight di Coppa Italia, grazie alla sorprendente vittoria di Roma su Cantù, e Varese è ormai fuori dalla partita.
Quintetti classici per le due compagini con  Gaines - Hanga - Banks - Harper - Anosike per Avellino e Robinson - Rautins -Diawara - Callahan - Daniels per Varese.
Squadre che iniziano timidamende con errori da entrambe le parti data anche la posta in gioco.
Varese inizia farsi sotto quando, approfittando della difesa molle di Avellino, a 5:23 allunga per la prima volta portando il risultato sul 7 - 13.
Varese imposta la zona 3 - 2 che arresta facilmente il distratto attacco di Avellino e riesce, grazie all'efficienza del trio Callahan - Okoye - Diawara, a chiudere il primo quarto sul 16 - 25.
La differenza fra le due squadre è evidenziata dal numero di rimbalzi (9 - 14) che mostra la maggiore aggressività sia in attacco che in difesa del team di coach Pozzecco.
Nel secondo periodo coach Vitucci cerca di mischiare le carte e manda in campo sia Cortese che Cavaliero.
Avellino risulta ancora troppo molle in difesa e troppo confusa in attacco permettendo a Varese di arrivare al massimo vantaggio (19 - 32) a 7:23.
Varese decide allora di mantenere la zona e riesce a bloccare facilmente l'attacco avversario fino a 2 minuti dalla fine quando Vitucci decide di schierare due play insieme (prima Gaines - Cavaliero e poi Cadougan - Cavaliero con Cortese da 3) imponendo ritmi più alti.
Un tecnico alla panchina di Varese permette la rimonta dei biancoverdi che si portano sul  42 - 44 finale il risultato con una magia, purtroppo vana, di Robinson sulla sirena.
Le squadre chiudono il primo tempo rispettivamente 48% e 71% da 2 e al 33% e 30% da tre.
Fattore importante, inoltre, sono i 13 punti della panchina di Avellino.
Secondo tempo che si apre con Avellino più concentrata e determinata, tanto da arrivare al sorpasso, a 9:13, con una magia di Cadougan (45 - 44).
Le tante palle perse in attacco e le triple di Rautins e Callahan riportano, però, Varese di nuovo avanti sul 45 - 52 a 6:55.
La compagine di Vitucci cerca di reagire ma il dominio a rimbalzo, con un Callahan superlativo, e la zona 3 - 2 mantengono le distanze tra le squadre.
Il periodo si chiude con una brutta persa di Banks che spiana la strada a Callahan per il tap - in del 55 - 66 sulla sirena.
Determinanti nel quarto sono soprattutto le 10 palle perse di Avellino e il 67% da tre (4/6) di Varese.
Nell'ultimo quarto la Sidigas si gioca nuovamente la carta Cortese - Cavaliero ma la mossa porta solamente ad un parziale passivo (9 - 3 per Varese) che fissa il risultato sul 63 - 78 a 5:22.
Ancora una volta risultano determinanti sia Rautins (6/7 da tre) che Callahan (10 rimbalzi  e dominio assoluto su Anosike).
Varese continua a sparare da tre fino al minuto 2:29  quando Avellino si arrende definitivamente sul risultato di 65 - 85.
La partita si chiude sul 67 - 91 sotto i fischi del Pala del Mauro.

Avellino: 5,5 Squadra svogliata e senza idee. Soltanto gli italiani (Cortese e Cavaliero) sembrano lottare fino alla fine ma il loro sforzo è vanificato da una disattenzione generale tanto in difesa quanto in attacco. Da rivedere 3/5 del quintetto base.
Vitucci: 5,5 Sbaglia totalmente la rotazione insistendo con Gaines e Hanga. Riesce ad azzeccare la mossa dei due play in campo ma proprio quando lo schema stava dando i suoi frutti torna al quintetto base.
MIGLIORI IN CAMPO: Cortese ( 10 pts, 1 rbo, 1 asst), Cavaliero (8 pts, 3 asst)

Varese: 7,5 Nonostante le assenze (leggi Kangur) e le solite mancanze in
centimetri riesce letteralmente a surclassare la squadra avversaria. Letale in attacco e composta in difesa, non sbaglia un solo minuto della partita che conduce dall'inizio alla fine.
Pozzecco: 7,5 capisce subito che bisogna annientare i lunghi avversari e lo fa egregiamente grazie all'aiuto di un eccezionale Callahan. Imposta la zona 3 - 2 più di una volta e la mossa pare azzeccata date le difficoltà di Avellino in attacco.
MIGLIORI IN CAMPO: Rautins (21 pts, 1 asst), Callahan (16 pts, 12 rbo, 1 stl, 1 asst)


ALTRI RISULTATI

Banco di Sardegna Sassari- Vanoli Cremona88-82


Enel Brindisi- Grissin Bon Reggio Emilia56-79


Pasta Reggia Caserta- Consultinvest Pesaro80-73


Upea Capo d'Orlando- Umana Reyer Venezia67-54


Granarolo Bologna- Dolomiti Energia Trento88-78


Acqua Vitasnella Cantù- Acea Roma60-70


Sidigas Avellino- Openjobmetis Varese67-91


 Giorgio Tesi Group Pistoia- EA7 Emporio Armani Milano 12/01 20:00

CLASSIFICA

1. EA7 Emporio Armani MI2412/2
2. Banco di Sardegna SS2211/4
3. Grissin Bon RE2211/4
4. Umana Reyer VE2211/4
5. Enel BR189/6
6. Dolomiti Energia TN189/6
7. Vanoli CR168/7
8. Sidigas AV147/8
9. Giorgio Tesi Group PT126/8
10. Acea Roma126/9
11. Upea Capo d'Orlando126/9
12. Openjobmetis VA126/9
13. Acqua Vitasnella Cantù126/9
14. Granarolo BO (-2 p.)127/8
15. Consultinvest PS63/12
16. Pasta Reggia CE21/14




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venerdì 2 gennaio 2015

Buio pesto nella grande mela

Nella stagione regolare in corso si sono presentate numerose sorprese che hanno portato in paradiso talune squadre e all'inferno altre.
Tra i diversi crolli di squadre storiche uno balza all'occhio più degli altri: quello dei New York Knicks.
Reduci da una stagione tra alti e bassi, gli azzuro/arancio della grande mela si sono presentati al mondo NBA con la voglia di cambiare rotta e rendere la stagione più interessante per gli appassionati.
Forti della supervisione di "coach Zen" Jackson e della guida tecnica di Derek Fisher, voluto fortemente dallo stesso Jackson (forse perchè aveva perso Kerr finito a Golden State), i Knicks hanno "puntellato" il loro roster sperando in una migliore figura.
Le cose però, almeno fino ad ora, non sono andate proprio bene.
Martoriata, come accade ormai da anni, dagli infortuni la squadra è riuscita a racimolare solamente il misero record di 5-29 raggiungendo il record stagionale di sconfitte consecutive (ben 9).
Le cause di questo tracollo annunciato sono da individuare, però, in diversi fattori.
FATTORE 1
ROSTER
Il roster a disposizione di coach Fisher nonostante i grandi nomi, vedi Carmelo Anthony e J.R. Smith, deficita nei gregari a disposizione.
I vari Acy, Aldrich,Smith Jason e Stoudemire non sembrano essere all'altezza della situazione e i diversi colpi di testa (vedi Acy nel derby natalizio con Wall) hanno appesantito l'ambiente.
Fra i nuovi arrivi, inoltre, Calderon e Dalembert risultano scarichi e logorati nel fisico, non più in grado di reggere i ritmi NBA.
Infine, i teatrini fra le stelle della squadra, Anthony che rimpiange di non avere firmato con i Bulls durante l'estate e J.R. Smith con complessi di inferiorità nei confronti del primo, sembrano aver minato le basi di un ambiente in via di sviluppo.
FATTORE 2
SCHEMI
Mentre lo scorso anno il vero problema della squadra era rappresentato, quasi del tutto, dagli schemi difensivi, nella stagione in corso si è inceppato anche il sistema offensivo.
La predilezione per il Triangolo offensivo, schema che ha reso celebre coach Zen con 11 titoli (6 con i Chicago Bulls e 5 con i Los Angeles Lakers), di Fisher sembra non rientrare nelle "corde" della squadra.
I giocatori dimostrano di non aver capito lo schema che viene riproposto ossessivamente fino a diventare scontato e meccanico.
L'inclazione di una parte del roster a giocare palla in mano, inoltre, rende vano il progetto d'attacco dell'allenatore (e del Presidente).
Infine, anche questa stagione il vero tallone d'achille è rappresentato dalla difesa.
Infatti fra i lunghi c'è una totale assenza di fisicità e "predisposizione al rimbalzo" (vedi Acy, Aldrich, Bargnani, Stoudemire, Dalembert) e fra i piccoli un'epidemia di "sindrome del casellante".
FATTORE 3
RAPPORTO COACH/PRESIDENTE
Il terzo ed ultimo fattore sembra essere determinante nel tracollo della franchigia.
Il ritorno di Phil Jackson nel ruolo di presidente, acclamato come il "salvatore della patria", sembra non aver dato i suoi frutti a New York.
L'imposizione di Fisher come allenatore e il contratto stratosferico offerto a Carmelo Anthony hanno costretto il Presidente a costruire una squadra mediocre guidata, per di più, da un esordiente.
Inoltre l'ombra di coach Zen sulle scelte tattiche dell'ex play dei Lakers sembra aver oscurato il vero pensiero dell'allenatore, considerato quasi un prestanome.
Nella grande mela il buio incombe...
E potrebbe passare un bel pò di tempo prima di vedere la luce...



Alessandro Falanga