Che la stagione di "Gigi"Datome in NBA sarebbe stata un incubo era quasi dato per certo: una
sola apparizione (per 12 minuti) contro i Lakers e 7 punti all'attivo.
Che la stessa peggiorasse, con la totale uscita dalle rotazioni di
coach Van Gundy, dopo il taglio di Josh Smith nessuno se lo
aspettava.Ora l'approdo in D-League, lega di sviluppo dell'NBA, nella speranza di un riscatto oltreoceano.
In realtà la "retrocessione" dell'ala ex Virtus Roma non è del tutto negativa.
In primo luogo il nostro Gigi avrà la possibilità di rimettere piede, finalmente, sul parquet eliminando un pò di ruggine accumulata da ottobre ad ora.
Lo Showcase della D-League, inoltre, è un'ottima vetrina per metter in mostra le sue qualità e per stupire i GM USA riuniti per l'occasione.
A questo si deve aggiungere un "rumor" che gira insistentemente in questi giorni: la "discesa" negli inferi della D-League è legata ad una futura trade, che coinvolgerebbe oltre al capitano della nazionale anche un altro giocatore dei Pistons (ancora ignoto per il momento come anche la destinazione), entro la deadline di febbraio.
Di fronte ai 2.544 spettatori della Kaiser Permanente Arena, Datome fa il suo esordio con i
Grand Rapids Drive, squadra affiliata ai Detroit Pistons, contro i malcapitati Austin Spurs.
La squadra degli speroni, infatti, viene travolta dai Drive per 102 - 87 e il giocatore di origine sarda contribuisce in maniera esemplare alla vittoria.
Entrato dalla panchina, rimane in campo per 27' realizzando 15 punti, frutto di un 5/11 dal campo e 3/5 dall'arco, 5 rimbalzi e 1 stoppata (e ahimè 3 perse).
La prestazione, però, necessita una specifica analisi.
Dal punto di vista fisico Datome ha mostrato un pò di affanno, tanto in difesa quanto in attacco, dovuto alla lontananza dal campo per troppo tempo.
Ciò ha influito anche sul tipo di gioco adottato da Gigi: l'ala ha preferito di gran lunga le conclusioni dalla distanza rispetto alle penetrazioni (a cui ci aveva abituato nel periodo di Roma) e i tiri spalle a canestro.
Questo dato è legato anche alla tattica adottata da coach Otis Smith, che rispecchia quella di Van Gundy, in cui il giocatore sembra non avere un ruolo ben definito e viene relegato, puntualmente, a 4 tattico dalla mano educata.
In ogni caso il nostro capitano non ha assolutamente demeritato, anzi.
Ha mostrato più volte grinta e solidità difensiva, culminata dalla stoppata del secondo periodo, e ci ha deliziati più volte con il suo classico step back dalla linea dei tre punti.
Ora il cammino nello Showcase continua e i Grand Rapids Drive si apprestano ad affrontare i Santa Cruz-Canton per la semifinale del torneo.
Gigi ci sarà e potrà smentire chi non ha creduto in lui.
GO GIGI!!
Alessandro Falanga
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