sabato 27 giugno 2015

Campioni di tutto (in Italia): Sassari vince anche lo scudetto 2014/2015

Si dice che nella vita c'è sempre una prima volta per tutto: una prima volta per provare, una prima volta per riuscirci ed una prima volta per... Vincere.
In questo caso c'è stata la prima volta per il Banco di Sardegna Sassari che dopo Supercoppa Italiana e Coppa Italia riesce ad accaparrarsi anche lo Scudetto.
La finale contro Reggio Emilia (prima volta nelle Finals Scudetto anche per la squadra di Max Menetti) è stata fantastica, con continui capovolgimenti di fronte e gioco duro fino alla fine.
La spunta la squadra con maggiore esperienza (leggi Logan), maggiore fisicità in campo e maggiore capacità di gestire le fasi critiche del gioco.
La stagione appena terminata è stata straordinaria per la squadra allenata da Meo Sacchetti nonostante le tante critiche e l'andamento altalenante soprattutto durante il periodo finale della stagione.
Reggio Emilia ne esce comunque vincitrice, dimostrando che il progetto cominciato circa 1 anno fa, comprendente un ottimo gruppo di giocatori italiani al suo interno, è soggetto solamente a miglioramenti nella stagione successiva.
Reggio, infatti, è riuscita in due anni a vincere l'Eurochallenge ed arrivare alla finale scudetto costruendo una squadra fondata sul perfetto mix fra giovani talenti nostrani ed esperti stranieri (Diener, Kaukenas e Lavrinovic).
La premiazione della Dinamo Sassari
La squadra di Menetti ha pagato senza dubbio i continui infortuni, sia durante la RS che durante i PO, che hanno condizionato l'andamento generale.
Sassari, invece, ha condotto una RS in "agrodolce", divisa fra le polemiche sulla deludente Eurolega e le vicende extra parquet (come il caso Sosa),chiudendo al quinto posto ed improntando l'intera stagione sulla contrapposizione contro la corazzata Milano.
Il percorso dei PO è stato, dati i risultati ottenuti, molto complicato già a partire dal primo turno (chiuso 3 - 1 contro i terribili ragazzi del coach of the year Maurizio Buscaglia) con dimostrazioni di "superiorità cestistica" sia in semifinale (contro l'Olimpia Milano; serie conclusa 4 - 3) che in finale contro la GrissinBon.
I protagonistri assoluti possono essere individuati in Logan, micidiale negli ultimi periodi, Dyson, che ha spesso preso la squadra in mano conducendola alla vittoria, Sanders, che nei momenti fondamentali si è reso protagonista (vedi il pareggio allo scadere contro Milano) e Shane Lawal, immarcabile a rimbalzo e dominante nel pitturato.
Il titolo di MVP delle Finals è stato assegnato a Sanders che con le sue giocate in attacco e la sua arcigna difesa si è meritato un posto nell'olimpo del basket nazionale.
Piccola critica per la squadra sarda: rispetto a Reggio Emilia, fondata su un solido gruppo di nazionali, la squadra di Sacchetti ha, sempre, preferito la "linea USA" a quella italiana.
Giocatori come Sacchetti (figlio di coach Meo), Formenti e Devecchi hanno dato un ottimo contributo alla squadra nell'impresa ma sono stati considerati sempre seconde linee rispetto agli stranieri divenuti quasi "inamovibili" (vedi i 50 min. di gara 6 di Logan).
Ora, con un Lawal già con la valigia pronta (direzione Barcellona), la Dinamo si appresta ad affrontare con maggiore entusiasmo la prossima stagione (con tanto di Eurolega) presentandosi come squadra da battere, mentre Reggio Emilia dovrà, ancora, dimostrare di essere una delle maggiori contendenti al titolo nazionale.


Alessandro Falanga




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venerdì 26 giugno 2015

Draft 2015: fra conferme e grandi sorprese

La stagione NBA è appena conclusa ma lo spettacolo offerto dalla Lega americana ritorna prepotentemente con la serata delle stelle future del Draft.
Il Draft 2015 è stato considerato da molti come uno dei più promettenti delle ultime stagioni, data l'alta quantità di prospetti statunitensi ed europei, e come quello in grado di cambiare buona parte degli equilibri della National Basketball Association.
La prima chiamata assoluta (nelle mani dei Minnesota Timberwolves) è stata, come da previsione, Karl-Anthony Towns, ala/centro di Kentucky, che andrà a colmare la rosa di prime scelte (Wiggins e Bennet, che però potrebbe essere scambiato) tra le fila dei lupi del Minnesota.
La seconda scelta assoluta (dei Los Angeles Lakers) oltre ad aver sbalordito tutti ha anche obbligato il cambio repentito di strategie delle altre franchigie.
Infatti, i giallo - viola della città degli angeli hanno deciso di portare alla loro corte non un lungo, come si prospettava ormai da mesi, ma un playmaker: D'Angelo Russel.
Questa mossa, che sembra anticipare altri movimenti in casa lacustre per un lungo (Cousins?), ha portato alla totale confusione Philadelphia (dententrice della scelta numero 3) che ha virato sul lungo di Duke Jahlil Okafor (terzo centro scelto al Draft dopo Noel ed Embiid) piuttosto che su un esterno come si poteva immaginare.
La Top 5 del Draft 2015
Altra mossa a sorpresa è stata quella dei Knicks di coach zen Jackson che hanno deciso di investire tutto sul lungo lettone Kristaps Porzingis (scelta accolta dai tifosi presenti con non pochi fischi); l'ala, paragonata spesso a WunderDirk Nowitzki, è riuscita a scalare rapidamente le posizioni del Draft grazie alle ottime prestazioni offerte durante i work-out delle ultime settimane.
A chiudere la Top 5 della notte delle stelle del futuro è stato un altro europeo: Mario Hezonja.
Il talento croato del Barcellona, il cui valore ha parecchio impressionato il mondo a stelle e strisce, si è accasato in quel di Orlando facendo ben sperare i tifosi in cerca di riscatto da ormai diverse stagioni.
Delusione, invece, per il nostro Awudu Abass che non è riuscito ad entrare fra i 60 prescelti nonostante l'ottima figura all'Eurocamp di Treviso.
Sia lui che Simone Fontecchio (ritiratosi dalla "corsa" qualche settimana fa) rimangono comunque nel raggio d'azione degli attenti osservatori NBA per le prossime stagioni.

Queste le 60 scelte del Draft 2015:


1) Minnesota Timberwolves: Karl-Anthony Towns (AG/C, Kentucky)
2) Los Angeles Lakers: D’Angelo Russell (PM, Ohio State)
3) Philadelphia 76ers: Jahlil Okafor (C, Duke)
4) New York Knicks: Kristaps Porginzis (AG, Sevilla)
5) Orlando Magic: Mario Hezonja (SG, Barcelona)
6) Sacramento Kings: Willie Cauley-Stein (C, Kentucky)
7) Denver Nuggets: Emmanuel Mudiay (PM, Guandong Southern Tigers)
8) Detroit Pistons: Stanley Johnson (AP, Arizona)
9) Charlotte Hornets: Frank Kaminsky (AG/C, Wisconsin)
10) Miami Heat: Justise Winslow (G/AP, Duke)
11) Indiana Pacers: Myles Turner (C, Texas)
12) Utah Jazz: Trey Lyles (AG, Kentucky)
13) Phoenix Suns: Devin Booker (G, Kentucky)
14) Oklahoma City Thunder: Cameron Payne (PM, Murray State)
15) Atlanta Hawks: Kelly Oubre (G, Kansas)
16) Boston Celtics: Terry Rozier (PM/G, Louisville)
17) Milwaukee Bucks: Rashad Vaughn (G, UNLV)
18) Houston Rockets: Sam Dekker (AP, Wisconsin)
19) Washington Wizards: Jerian Grant (PM/G, Notre Dame)
20) Toronto Raptors: Delon Wright (PM, Utah)
21) Dallas Mavericks: Justin Anderson (AP, Virginia)
22) Chicago Bulls: Bobby Portis (AG, Arkansas)
23) Portland Trail Blazers: Rondae Hollis-Jefferson (AP, Arizona)
24) Cleveland Cavaliers: Tyus Jones (PM, Duke)
25) Memphis Grizzlies: Jarell Martin (AG, LSU)
26) San Antonio Spurs: Nikola Milutinov (C, Partizan)
27) Los Angeles Lakers: Larry Nance (AG, Wyoming)
28) Boston Celtics: R.J. Hunter (AP, Georgia State)
29) Brooklyn Nets: Chris McCullogh (AG, Syracuse)
30) Golden State Warriors: Kevon Looney (AG, UCLA)
31) Minnesota Timberwolves: Cedi Osman (G, Efes)
32) Houston Rockets: Montrezl Harrell (AG, Louisville)
33) Boston Celtics: Jordan Mickey (AG, LSU)
34) Los Angeles Lakers: Anthony Brown (AP, Stanford)
35) Philadelphia 76ers: Guillermo Hernangomez (C, Sevilla)
36) Minnesota Timberwolves: Rakeem Christmas (C, Syracuse)
37) Philadelphia 76ers: Richaun Holmes (AG, Bowling Green)
38) Detroit Pistons: Darrun Hilliard (G, Villanova)
39) Charlotte Hornets: Juan Vaulet (AP, Argentina)
40) Miami Heat: Josh Richardson (G, Tennessee)
41) Brooklyn Nets: Pat Connaughton (AP, Notre Dame)
42) Utah Jazz: Olivier Hanlan (G, Boston College)
43) Indiana Pacers: Joseph Young (G, Oregon)
44) Phoenix Suns: Andrew Harrison (PM, Kentucky)
45) Boston Celtics: Marcus Thornton (PM, William&Mary)
46) Milwaukee Bucks: Norman Powell (G, UCLA)
47) Philadelphia 76ers: Arturas Gudaitis (C, Lituania)
48) Oklahoma City Thunder: Dakari Johnson (C, Kentucky)
49) Washington Wizards: Aaron White (AG, Iowa)
50) Atlanta Hawks: Markus Eriksson (G, Svezia)
51) Orlando Magic: Tyler Harvey (G, Eastern Washington)
52) Dallas Mavericks: Satnam Singh (C, India)
53) Cleveland Cavaliers: Sir’dominic Pointer (AP, St. John’s)
54) Utah Jazz: Daniel Diez (G, Spagna)
55) San Antonio Spurs: Cady Lalanne (AG, UMass)
56) New Orleans Pelicans: Branden Dawson (AG, Michigan State)
57) Denver Nuggets: Nikola Radicevic (PM, Serbia)
58) Philadelphia 76ers: J.P. Tokoto (AP, North Carolina)
59) Atlanta Hawks: Dimitrios Agravanic (AG, Grecia)
60) Philadelphia 76ers: Luka Mitrovic (AG, Serbia).

Alessandro Falanga


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mercoledì 17 giugno 2015

La maledizione di Cleveland: Golden State Warriors campioni NBA 2015

Il binomio LeBron James - Cleveland è sempre stato causa di gioie e dolori per la città dell'Ohio; in ben tre finali disputate con il loro "Re" in campo non è arrivata neanche una vittoria.
Anche questa volta il copione si è ripetuto e gli avversari di turno sono stati gli strepitosi Golden State Warriors.
I giallo - blu dell'esordiente Steve Kerr, abilissimo nel centrare l'obiettivo al primo tentativo, dopo aver dominato la regular season si sono imposti nelle Finals vincendo la serie 4 - 2.
Curry - Thompson (a dire la verità poco incisivo nelle sei gare disputate) - Iguodala&Co. hanno riportato il titolo in quel di Oakland dopo ben 40 anni dall'ultimo anello.
Vince la squadra che ha maggiormente primeggiato dal punto di vista della tecnica individuale e dal punto di vista del gioco, fondato sulla velocità e sull'attacco.
Cleveland sicuramente può ricriminare per le importante assenze (vedi Love e soprattutto Irving) ma LeBron, il suo essere troppo James dipendente(l'ala è presente in tutte le azioni, sia come finalizzatore che come passatore) e la sua inferiorità a livello di cambi (panchina troppo corta e rotazioni spesso sbagliate da Blatt).
ha evidenziato, come tutte le squadre di
MVP delle Finals l'insolito Andrè Iguodala, ombra dell'MVP Curry per tutta la serie, che parte nel quintetto titolare come 4 tattico e imposta una partita tutta fisico e triple.
Altro protagonista assoluto è stato lo stesso Steph Curry( gara 6 strepitosa con prestazione da 37 punti) che con la sua classe ha saputo sempre tenere in piedi la squadra sin dalla prima partita.
Vince dunque la squadra più organizzata, più talentuosa e con la panchina più lunga.
Quest'ultima fondamentale con risorse impensabili come Livingston (protagonista in gara 4), Barbosa, Lee (ritrovato dopo l'infortunio) ed Ezeli.
I Warriors sono riusciti a mostrare la loro forza anche nei play - off (al contrario di Atlanta, Est, che ha deluso parecchio) confermando il trend positivo della RS.
vincitrice ad
Ultimo appunto è quello riguardante un altro dei protagonisti presenti: Draymond Green.
Circa tre mesi fa, in occasione di una sconfitta proprio contro Cleveland, l'ala si scontrò nientemeno che con Sir. Charles Barkley.
Il lungo ex Suns e Pistons, riferendosi al 23 dei Warriors lo definiva "troppo piccolo per il suo ruolo e poco duro in campo" .
A questo piccato commento replicò Draymond affermando: "Magari pensa che non possa vincere mai un titolo NBA perchè lui neanche ne ha vinto uno".
Colpito ed affondato.

Complimenti ai Golden State Warriors


Alessandro Falanga


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