sabato 21 marzo 2015

Operazione Amarcord: la Fortitudo Bologna e l'anticipo del sabato

Sarà stata la diretta Sky, sarà stato il PalaDozza stracolmo (5.000 presenze) o sarà stato il volto severo e l'atteggiamento energico (come sempre) di un Boniciolli d'altri tempi ma questo pomeriggio si è tornati indietro nel tempo.
Perchè a giocare non era una squadra di LNP Serie B ma la Fortitudo.
Sì, la Fortitudo.
Quella che ti fa emozionare con le fantastiche coreografie della fossa dei leoni, che ti fa gioire per le giocate in campo e che ti fa sorridere quando il coach, a +20, rimprovera (più che altro "minaccia") i suoi per una palla persa.
Questa è la Fortitudo.
Passando all'anticipo, il match che ha visto contrapposte la Fortitudo Bologna e la Gagà Ozinuovi Milano Basket ha offerto diversi spunti di ottima fattura.
Sin dall'inizio le squadre si sono affrontate a viso aperto cercando di impostare a proprio modo la gara.
Dopo un iniziale "punto a punto" Ozinuovi è riuscita a trovare la chiave di volta della partita, adottando un'ottima difesa a zona e squinzagliando i propri cecchini (leggi Ferrarese, Panni e soprattutto Requena, che ha anche primeggiato sotto canestro).
Il primo tempo si chiude sul 34 - 39 con la Effe quasi incapace di prendere contromisure alle mosse dell'avversario.
Il secondo tempo narra tutt'altra storia.
I bianco - blu cominciano ad imporre i propri ritmi e le spettacolari giocate di Candi e Italiano sembrano indirizzare la gara verso binari diversi.
Le giocate di Montano e il dominio sotto le plance di Iannilli (che risulta fondamentale anche per aprire il campo con le sue penetrazioni), inoltre, permettono alla squadra di recupare e addirittura sorpassare gli avversari.
La Fortitudo controlla e allunga nel punteggio per chiudere definitivamente la partita nell'ultimo quarto (con il contributo di tutta la squadra) sul 78 - 56.
Migliori in campo Montano (22 pts, 3 asst, 3 rbo), Candi (11 pts, 1 asst, 2 rbo) e Italiano (12 pts e 5 rbo).
La strada è ancora lunga e dura ma i presupposti per tornare a grandi livelli ci sono.
Fino alla fine... LA FORTITUDO!!!


Alessandro Falanga


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Il ritorno del folletto: Marques Green ad Avellino


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giovedì 12 marzo 2015

Il ritorno del folletto: Marques Green ad Avellino

Mani fatate, Q.I. cestistico e "bassa statura".
Sono queste le caratteristiche che meglio descrivono Maques Green, giocatore giramondo tornato da poco in Italia alla corte di Frank Vitucci.
Il play di Philadelphia, tagliato dal Ted Ankara (dove viaggiava a 11.2 pts e 8.8 asst), torna nella sua amata Avellino dopo ben cinque anni.
Alla Sidigas ritrova anche il suo vecchio coach che riuscì a valorizzarlo nel nostro campionato e fargli raggiungere la post- season (dove la squadrà fu eliminata dalla Benetton Treviso al primo turno).
Nello scacchiere bianco - blu Green avrà l'ingrato compito di sopperire alla svogliatezza delle guardie (in particolar modo Gaines) e di far trovare nuovo smalto alla squadra.
La mossa sembra alquanto strana per la Scandone anche se utile per rimuovere alcune grane in attacco.
Da Avellino ci si aspettava più un rinforzo sotto le plance ma la dirigenza, anche in questa stagione, ha preferito "rimpolpare" il reparto piccoli.
Il roster, infatti, conta ora ben quattro play - maker (Gaines, Cavaliero, Cadougan e appunto Green), tre guardie (Banks, Hanga e Cortese) e solamente quattro lunghi (Harper e Trasolini fra le ali e Anosike e Lechtaler fra i centri).
Green potrebbe essere utile a Vitucci per allargare maggiormente in campo, sfruttando anche le sue doti da 3, e per aumentare le giocate in pick&roll con Anosike, che di fatto è l'unico punto fermo sotto canestro (come lo era anche Dunston ai tempi di Varese per intenderci).
L'abilità del "folletto" negli assist, inoltre, potrebbe risultare la nuova arma dell'attacco avellinese.
Nonostante il nuovo innesto, rimangono irrisolti tutti gli altri problemi della squadra.
Dal punto di vista del roster la Sidigas risultà essere ancora incompleta e sbilanciata; ad una corta panchina (dove figurano anche Gioia e Morgillo solamente per rispettare il 5+5 del formato di squadra) si associano anche l'eccesso di play - maker (come lo scorso anno) e la totale assenza di SF pure.
Inoltre il gioco di coach Vitucci è diventato prevedibile e meccanico per la Serie A: fondata sul motto "la miglior difesa è l'attacco", la tattica dell'allenatore ex Varese si basa su ritmi altissimi e tiri nei primi 10" dell'azione (con conseguenti triple tentate a raffica) e su una "confusione totale" in difesa.
L'attacco, poi, è di "D'Antoniana memoria" comprendendo il solo Anosike a lottare sotto canestro e tutti gli altri giocatori ad allargarsi sul perimetro.
Infine una riflessione deve essere fatta sulla nazionalità dei singoli componenti del roster.
Al pari di altre squadre anche gli Irpini sembrano più una squadra di NCAA (almeno per la nazionalità) che di campionato italiano.
Su cinque nazionali e un passaportato (Trasolini), solamente tre di loro (Cavaliero, Cortese e lo stesso Trasolini) calcano regolarmente il parquet (con Lecthaler che segue a ruota ma con molti meno minuti), mentre i già citati Gioia e Morgillo svolgono regolarmente il ruolo di "sventola asciugamano".


Alessandro Falanga



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11,2 punti, 8,8 assist (top assistman del campionato) in oltre 35 minuti di utilizzo di media col 41,3% da tre e il 97% dai libero.
- See more at: http://www.irpinianews.it/Sport/Basket/AirScandone/news/?news=150305#sthash.HqKTZKTZ.dpuf
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giovedì 5 marzo 2015

The italian job: la rivincita degli azzuri in NBA

In più occasioni abbiamo evidenziato le difficoltà che i nostri quattro moschettieri vivono nel basket a stelle e strisce.
Divisi fra infortuni e mancate valorizzazioni da parte dello staff tecnico, il destino dei nostri NBA sembrava legato all'accettazione una RS disastrosa, iniziando a considerare anche un eventuale ritorno nel vecchio continente (leggi Bargnani e Datome).
Soprattuto dopo l'All-Star Game, però, si è avuta un'inversione di tendenza che ha permesso ai nostri giocatori di mostrare quanto le loro qualità sino adatte al mondo della National Basketball Association.

Danilo Gallinari: lasciato alle spalle il brutto infortunio della scorsa stagione, Danilo recupera spazio, pian piano, nell'asset dei Nuggets. Pur partendo dalla panchina sembrava recuperare i ritmi di una volta anche se con una certa discontinuità. A dicembre, ritrovata ormai la piena forma, ecco l'ennesimo brutto infortunio (che aveva fatto pensare al peggio) al menisco destro. Tornato dopo tre settimane di stop il Gallo è tornato a cantare. Complice anche l'esonero di Shaw, Gallinari ha preso letteralmente in mano la squadra facendo registrare grandi cifre.
Nelle ultime cinque partite è riuscito a mantenere l'ottima media di 19.2 pts, 5 rbo e 2.2 to , realizzando il suo season high nella partita contro i Milwauukee Bucks (26pts, 7 rbo, 3 to, 1 stl, 1 blk).





Andrea Bargnani: dopo quasi due anni ai box, il mago sembrava destinato al rientro in Europa. Coah Zen Jackson, Presidente dei Knicks, ha provato a scambiarlo durante la trade deadline, trovando numerose difficoltà a causa del suo contrattone e del suo stato di salute, ma alla fine, dato anche l'obiettivo tank (ormai dichiarato), è stato obbligato a puntare sull'unico "pezzo forte" rimasto al MSG. Andrea ha risposto presente ed è riuscito a migliorare anche a livello difensivo, dove deficitava ormai da tempo.  Nelle uniche undici partite disputate è riuscito a mantenere l'invidiabile media di 12.3 pts (con il 77.8% da 3), 4.3 rbo e 1 to. Nelle ultime cinque partite è riuscito a migliorare i suoi numeri (con 17.8 pts, 5 rbo, 1 blk e 1.6 to), sfiorando addirittura la tripla doppia contro Detroit con 25 pts, 12 rbo e 4 asst.




Marco Belinelli: rispetto agli altri giocatori il Beli ha sempre risposto presente all'appello di coah Popovic. Poco prima dell'ASG aveva patito un risentimento all'adduttore sinistro e le sue prestazioni erano leggermente calate. Dopo la partita delle stelle, e la deludente (seppur prestigiosa) partecipazione alla gara da tre, Marco si è ripreso lo spazio e il protagonismo che si merita. Infatti ha confermato le medie stagionali (9.6 pts, 2.3 rbo e 1.7 asst) e mostrato un ottimo basket nella partita contro Sacramento realizzando 13 pts, 3 asst, 1 stl, 2 to e 1blk.




Luigi "Gigi" Datome: dopo essere stato liberato dalla "schiavitù" di Van Gundy, Gigi pare aver trovato un ambiente più accogliente, e coinvolgente, in quel di Boston. Pur non avendo giocato tantissimo (solo due apparizioni per ora) Datome è un altro giocatore. Nel "garbage time" contro Cleveland (15 min. con 7 punti, 5 rbo e 1 to) il giocatore è sembrato più sicuro, come dimostrano i diversi tentativi in penetrazione, e più inquadrato nel ruolo. Al di là del discorso presenze, però, Gigi appare molto coinvolto in questa nuova avventura (la dimostrazione è l'abbraccio a Zeller dopo il buzzer contro Utah).



Alessandro Falanga


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