domenica 21 febbraio 2016

Beko Final Eight 2016:Milano batte Avellino (76-82) e torna a vincere il trofeo

Dopo venti lunghi anni l'EA7 Milano torna a vincere la Coppa Italia Beko. Nella finale sconfitta un'ottima Sidigas Avellino per 76-82
 
Beko Final Eight 2016
Nella spettacolare atmosfera del Forum di Assago di Milano, assediato per l'occasione da diversi tifosi avellinesi, è andata in scena la Beko Final Eight 2016.
Dopo vent'anni dall'ultima affermazione ne esce vincitrice l'Olimpia Milano che, con non poche difficoltà, riesce a "matare" una mai doma Sidigas Avellino per 76-82.
Gli uomini di Repesa riescono ad imporsi non solo grazie all'elevata qualità tecnica del roster ma anche per le ottime scelte tattiche effettuate dal coach croato (vedi l'MVP della partita Sanders, schierato da 4 tattico) e per la lunghezza della panchina che ha permesso di imporsi sulla pur ottima Scandone di Sacripanti.




La cronaca

Le finaliste della Beko Final Eight 2016
Entrambi gli allenatori confermano le mosse effettuate nei turni precedenti.

Repesa, in particolare, continua come in semifinale, con Kalnietis al posto di Batista e Magro nel quintetto titolare, e inserisce Sanders da 4 tattico per mettere in difficoltà Leunen con la velocità (quintetti titolari:Cinciarini, Jenkins, Simons, Sanders, Magro per Milano Green, Acker, Nunnally, Leunen, Cervi per Avellino).
Ritmi elevati sin dall'inizio in cui emergono l'ottimo "duello" fra Cervi e Magro (confermato dopo la buona prova in semifinale) e l'importanza tattica di Sanders da 4 che mette subito in difficoltà il lungi irpini.
Milano vuole mettere subito le cose in chiaro e in un amen prima si porta sul 4-12, a 6:30, e poi cerca di addormentare la  partita attraverso una difesa asfissiante che blocca qualsiasi attacco avversario
I campani subiscono inizialmente il colpo ma si risvegliano con una tripla di Nunnally e con un gran gioco da tre d Cervi che permette il recupero nel punteggio (8-16).
La panchina di Milano, lunga e competitiva, sale in cattedra nel finale con la girandola delle sostituzioni e Kalnietis (play lituano appena arrivato) mette in mostra tutte le sue doti atletiche.
Il primo quarto si chiude con una tripla di Veikalas che manda le squadre al mini-break sull'11-21.
Nel secondo quarto Milano intende ancora fare la "voce grossa" ma, dopo uno scambio di triple tra Ragland e Macvan, Avellino si sveglia dopo il tecnico fischiato a Simon.
A 3:36 i campani mettono la marcia con un super Nunnally che prima mette una tripla e poi porta a termine un gioco da tre(27-33).
Avellino ci crede ancora e, nonostante un gioco da tre di McLean, risponde forte con Pini per poi concludere il periodo sul 36-43.
Ad inizio secondo tempo Milano sembra aver imposto un determinato ritmo mentre Avellino continua a fare la propria partita a piccoli passi.
Proprio quando Macvan inizia ad imporsi sotto le plance, Sacripanti imposta una falsa zona 2-3 che permette di difendere meglio (3 palle rubate) e riorganizza la squadra trascinata da uno strepitoso Nunnally.
L'EA7, però, risponde alla grande e con Sanders e Jenkins da tre si riporta sul +10 (50-60).
Il terzo periodo finisce sul 53-60.
L'ultimo quarto inizia in maniera strana con il quarto fallo di Simon (con Kalnietis che rientra con tre falli a carico) e con Avellino che sembra poter compiere l'impresa.
Nel momento migliore di Avellino la "macchina perfetta" nelle mani di Repesa esce allo scoperto: schiacciata di Sanders da palla rubata e schiacciata di Mclean per il 57-68 (che riesce a bloccare mentalmente, più che sul campo, la Scandone).
La Sidigas torna a zona per invertire la tendenza della partita ma l'Olimpia difende a più non posso (togliendo totalmente ossigeno agli irpini in fase offensiva) e chiude, virtualmente, il match con due triple (una del solito Sanders e l'altra di Cinciarini).
Nel finale piccolo "brivido" per i padroni di casa con una tripla del solito Nunnally che, però, non permette ad Avellino di ritornare in pieno possesso del match.
Finisce 76-82 per l'EA7 che torna campione nella Beko Final Eight dopo vent'anni.
MVP: Rakim Sanders(17 pts e 7 rbo), Andrea Cinciarini(10 pts, 5 rbo, 3 asst)



Alessandro Falanga



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giovedì 18 febbraio 2016

Trade Deadline scialba e senza sorprese

La Trade Deadline delude tutte le aspettative. Rimangono fermi tutti i big. Pistons protagonisti dell'ultimo giorno di mercato con gli arrivi di Harris, Montejunas e Thorton

NBA Trade Deadline 2016
Doveva essere il giorno dei grandi cambiamenti e delle grandi trade (date anche le voci circolate sui top player in cerca di sistemazione) ed invece tutto si è chiuso senza alcun colpo ad effetto.
La Trade Deadline del 2016, al contrario di quella della scorsa stagione che fece esasperare il "profeta" del mercato Adrian Wojnarowski, è terminata, in sostanza, con un bel nulla di fatto.
I vari Horford, Teague, Howard, Griffin, Gasol e Anderson sono rimasti nelle rispettive città e i movimenti conclusi nella giornata evidenziano quanto le diverse franchigie abbiano pensato più alla gestione generale che alle possibili strategie da applicare in campo.
I protagonisti assoluti di queste ultime ore frenetiche di mercato sono senza dubbio i Detroit Pistons che, badando anche agli eccessi a roster, hanno ben pensato di mescolare un pò le carte per dare un senso alla RS in corso.

I VOTI DELLA TRADE DEADLINE

EASTERN CONFERENCE

Atlanta Hawks: 5 Gli Hawks che si prospettavano, a partire dal 19 febbraio 2016, sono molto diversi da quelli odierni. Nonostante le voci di abbandono dei vari big (Horford, Teague, Korver) nessuno ha cambiato casacca (escludendo Mack che passa ai Jazz). Fra i volti nuovi c'è Hinrich, arrivato dai Bulls, con una seconda scelta.

Charlotte Hornets:6 Hanno fatto di tutti pur di arrivare ad un big (leggi Howard) ma alla fine si sono accontantati di un unico colpo. Nella mega trade a tre con Miami e Memphis si accaparrano l'ottimo Lee dai Grizzlies per Brian Roberts(finito a Miami e poi subito tagliato).

Chicago Bulls:3 Si limitano al necessario. Mandano Hinrich ad Atlanta per scelte ma non riescono a risolvere la disastrosa situazione dei lunghi (infortuni per 3/4 de reparto). Nonostante la permanenza dei big (Gasol) non riesce a compiere il salto di qualità.

Cleveland Cavaliers:5 Anche loro, come i Bulls, si limitano a pochi movimenti. Abbracciano Frye da Orlando e girano Anderson Varejao  e Jared Cunningham ai Blazers. Nota positiva è il risparmio sulla salary.

Detroit Pistons: 8 Senza dubbio i padroni di queste ultime due giornate di mercato. Acquistano Harris da Orlando, a cui spediscono uno scomodo Jannigs e uno spaesato Ilyasova, e si accaparrano anche Motejunas e Marcus Thornton dai Rockets in cambio di Anthony ed una scelta protetta al prossimo Draft.

Miami Heat:6 Si sono resi maggiormente protagonisti nella giornata di ieri. Si liberano di tutti i contratti scomodi (come Andersen, finito a Memphis, e il neo arrivato Roberts) e si rimettono totalmente in discussione.

Orlando Magic: 5 Discutibile la strategia adottata dai Magic. Oltre allo scomodo contratto di Frye, si privano anche di quello del talentuoso Harris in cambio di due giocatori in cerca di riscatto (Jennings e Ilyasova) più scelte.

Philadelphia 76ers: 2 Il ruolo di Philadelphia nel mercato NBA è diventato, purtroppo, quello di squadra che accoglie chiunque pur di ottenere una scelta. Anche questa volta ottengo, oltre all'inutile contratto di Joel Anthony (4 centro a roster dopo Noel, Okafor e Embiid), una seconda scelta da Houston.

Washington Wizard: 7 Pur avendo effettuato un solo scambio, riescono a raggiungere l'obiettivo stabilito. Ceduti DeJuan Blair e Kris Humpries ai Suns in cambio del buon Morris per completare, e rafforzare, un reparto lunghi in vista play-off.

Non attive: Boston Celtis, New York Knicks, Brooklyn Nets, Toronto Raptors, Indiana Pacers e Milwaukee Bucks.

WESTERN CONFERENCE

Denver Nuggets: 6,5 Solo una trade all'attivo ma molto strana. Foye a Oklahoma in cambio di Dj Agustin e Novak. Allungano la panchina e rafforzano il riparto piccoli.

Houston Rockets: 4 Tanto rumore per nulla. Dovevano partire Howard, Lawson e anche Beverly ma alla fine hanno fatto le valigie solamente Montejunas e Thorton. Ceduto subito il neo acquisto Anthony ai 76ers.

Los Angeles Clippers:7,5 Riescono  a surriscaldare l'ambiente nei minuti finali. In un solo colpo eliminano uno dei problemi di squadra (Stephenson ceduto ai Grizzilies) ed acquistano un ottimo giocare (Green), prezioso tanto in chiave tattica (data la sua predisposizione a giocare sia da 3 che da 4) quanto in chiave play-off.

Memphis Grizzilies:4 Conduno la peggiore sessione di fine mercato. Acquistano due giocatori come Hairston e Andersen, inutili al proprio roster (soprattutto il secondo che non dovrà far rimpiangere l'infortunato Gasol), nella trade a tre con Miami e Charlotte e affiancano alle teste calde Barnes, Allen e Randolph il bad boy Stephenson (arrivato dai Clippers). Si privano di Green che sarebbe risultato vitale (soprattutto in chiave tattica) in questo periodo di "moria di lunghi".

Oklahoma City Thunder:4 Al pari dei Grizzilies effettuano dei movimenti alquanto strani. Cedono Dj Augstin e Novak a Denver (depotenziando lo spot di play) e acquistano un Foye (una guardia atipica) non del tutto corrispondente al tipo di giocatore che serviva.

Phoenix Suns:6,5 Risolvono, dopo mesi di separazione in casa, la questione Morris. Mentre l'ala approda ai Wizards in terra di Arizona sbarcano  DeJuan Blair e Kris Humpries. Con questa unica mossa non cambia praticamente nulla nello "scacchiere" della franchigia.

Portland Trail Blazers: 5 Jolly della situazione in questa giornata di fine mercato. Prendono Varejao e Jared Cunningham (con il brasiliano vicino al taglio) e una scelta al secondo giro nella trade con Cleveland e Orlando.

Utah Jazz:5 Nulla di importante da segnalare se non l'arrivo di Mack da Atlanta per una scelta.

Non attive: Golden State Warriors, San Antonio Spurs, Los Angeles Lakers, Minnesota Timberwolves, Dallas Mavericks, Sacramento Kings, New Orleans Pelicans


Alessandro Falanga




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