mercoledì 4 gennaio 2017

LegaBasket SerieA e giocatori buoni per la Cina

In LegaBasket Serie A si ripresenta il problema della scarsa chimica di squadra. La vicenda Varese apre la strada ad una nuova discussione sull'eccessivo utilizzo di stranieri nel maggiore campionato italiano 

LegaBasket Serie A
Dopo una lunga pausa invernale, torna il basket su palla a spicchi blog e lo fa affrontando, per l'ennesima volta, una delle maggiori pecche della prima lega italiana.
Come spesso è stato scritto in questo blog, uno dei problemi maggiori della LegaBasket Serie A è quello dell'invasione dei giocatori stranieri a scapito delle giovani stelle italiane.
Anche in questa occasione, non si cerca tanto di fare un discorso campanilistico, stupido di per sè, ma incentrare l'inera questione sulla totale assenza di programmazione da parte dei roster nostrani che si ripercuote sull'indecente costruzione dei team.
La maggior parte delle società italiane, infatti, punta, ad inizio stagione, su una formula che prevede o il 5+5, con 5 stranieri+2 italiani+3 giovani panchinari a vita, o sul 3+4+5, con stessa formula precedente ma 7 stranieri complessivi al suo interno.
Non sempre, però, la squadra riesce a giocare d'insieme e, nella maggioranza dei casi, uno dei problemi più grandi è quello del cosiddetto "gioco per le statistiche" portato avanti da uno dei tanti "americani a mezzo servizio" presenti nel campionato.
A rimarcare questo triste dato è stato il quattordicesimo turno della massima serie, dove questi problemi di "chimica" di squadra si sono resi visibili in una delle realtà più complicate dell'intera penisola: la Openjobmetis Varese.
Reduce da due sconfitte consecutive e dal quattordicesimo posto in classifica (8 punti e record di 4/9), Varese, che con l'arrivo di Caja al posto del silurato Moretti sperava di ritornare sulla retta via, arriva a Cremona per ravvivare l'intero movimento cestistico in casa Openjobmetis.
L'ennesima prova vergognosa della squadra, che si stava avviando verso la terza sconfitta in altrettante partite, ha scatenato però le ire dell'allenatore di Pavia che si è scagliato contro coloro, quasi tutti gli americani, che continuavano a giocare per sè stessi piuttosto che per la squadra.

Le parole dell'allenatore durante il time-out si commentano da sole ed indicano una condizione penosa che l'intero mondo cestistico nazionale non riesce nè a comprendere nè a controllare.
In pratica, andando al di là della singola situazione, se il problema di "prestazioni per sè stessi" è una triste realtà che ha investito la maggioranza dei roster (compresa la tanto osannata Milano) non si riesce a capire come mai le società puntino sempre di più sull'invasione di giocatori stranieri, di cui solo la metà lascerà il segno, piuttosto che sul ritorno di una programmazione seria partendo dalle giovanili.
Inoltre, riprendendo le parole di Caja su Ferrero, non si capisce come mai qualsiasi giocatore italiano venga scartato a priori perchè non considerato all'altezza della situazione e il caso della guardia è emblematico, perchè a 28 anni il giocatore riesce a fare la differenza rispetto a suoi pari ruolo USA.
Infine, facendo ancora una volta riferimento ad una sorta di clausola di salvataggio azzurri, sarebbe necessario un cambio repentino di regolamento che consideri al centro dell'intero campionato i giocatori nazionali che, affiancati a stranieri di (vero) valore, potrebbero crescere e, magari, diventare un fattore in tante altre competizioni.
La vicenda Caja riapre la discussione sulla LegaBasket Serie A ma la rielezioni di Petrucci alla Fip ed una gestione a dir poco particolare in Lega, difficilmente permetterà di risolvere la situazione al più presto.



Immagini da:www.legabasket.it

Alessandro Falanga


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